Bhagavan era contrario alla pratica del silenzio. È il pensiero che bisogna controllare. Se non si parla ma il pensiero continua non vi è alcun silenzio. Il pensiero, e non la parola, è l’ostacolo da superare.
Sul ritirarsi nelle foreste o nelle caverne esprimeva lo stesso punto di vista. Sosteneva che la vita nel mondo è proprio l’ambiente necessario per aiutare l’aspirante nella pratica spirituale (sadhana). Chi riesce ad essere nel mondo, ma non del mondo, ha raggiunto un alto grado di distacco. Avere delle sfide è un bene: l’albero che non è forgiato dal vento è in genere gracile.