su Jeff Foster

Anche Jeff Foster fa parte della neoadvaita: conferenze, niente sadhana, niente guru, l’anno zero parte da me, tutto quello che nella spiritualità c’è stato prima è azzerato!!... Hanno chiesto anche a me di dare meeting in cui parlo del Divino. Dovrei parlare di Dio? E perché? Non ce ne sono già così tanti a farlo? Certamente ai Ritiri dico qualcosa... ma costituisce il 10% del Ritiro, l’altro 90% è lasciato all’Esperienza Diretta dei partecipanti. Che sia Quella a parlare di Dio Continua a leggere →

sulla chiusura e il Sé

Quando tu sperimenti la Coscienza Universale nello stato non-duale, tu sei il Sole che splende alto nel cielo, sei il Sole allo zenit. Il Sole allo zenit riscalda, nutre e sostiene indistintamente ogni cosa, il bene come il male. Lo stesso fa la madre Terra: nutre Provenzano come San Francesco. In altri termini, la Coscienza Universale è indistintamente il genitore di tutti, e così devi essere interiormente tu, se vuoi essere Quello. Se non fai tuo questo principio, puoi essere il Sé solo temporaneamente; Continua a leggere →

concentrati solo su questi due punti

— Durante la meditazione chiudo gli occhi, e pongo l’attenzione alla presenza mai nata (per il momento è la definizione che più mi avvicina al senso di essere). — Va bene perché come dici la tua percezione della Presenza Sempre Presente è ancora limitata. Puoi anche definirla ‘mai nata’ ma è un’estrapolazione dell’intelletto, non ancora una tua conoscenza/esperienza diretta. Perciò io suggerirei di attenerci a ciò che effettivamente esperiamo: Hai notato che c’è Continua a leggere →

il testimone sempre presente

— La prima fase dell’Autoindagine è separare il Percipiente dal percepito e dimorare nel Percipiente. Tu lo hai individuato come Testimone Sempre Presente, e va benissimo. Devi solo renderlo facilmente individuabile accessibile: questo è il tuo lavoro adesso! Al Ritiro avrai l’istruzione “Stai nel testimone sempre presente”. Tu chiudi gli occhi e cerchi di individuare il ‘Testimone Sempre Presente’ come oggetto. Quindi cerchi di stare in esso. Se non lo individui non puoi fare Continua a leggere →

sono Yogananda

— Abbiamo tradotto il libro di Lucille – ancora un paio di mesi per la revisione finale. Trovo sia una grande risorsa. In genere gli jnani non parlano della vita, mentre Lucille all’opposto parla solo di come lo stato naturale si integra nella vita. La questione è che a volte, sentendo la stessa cosa detta in maniera diversa, l’aspirante ‘coglie la cosa’ e fa progressi. — Sì è vero a volte quella frase messa in un altro modo fa la differenza. A me per esempio questa metafora Continua a leggere →

dall’esperienza diretta alla realizzazione

Kenshoo in giapponese vuol dire ‘vedere la propria vera natura’. Ken = vedere, shoo = natura. È l’esperienza diretta. A parte le grandi anime, a cui basta un kenshoo per rimanere stabili, per la maggioranza degli aspiranti sono necessari molti kenshoo per vederla bene questa vera natura. I 10 tori dello Zen simboleggiano questo percorso: prima l’aspirante è alla ricerca del toro, poi ne scorge solo una natica, poi lo vede per intero… Qui c’è da dire qualcosa. Anche quando l’aspirante Continua a leggere →

distacco

Se correte dietro a questo e a quello, come potrete mantenere l’IOità (dimorare nel Sé) che è pace immobilità silenzio atemporalità…? La capacità di rimanere nell’IOità è in rapporto alla vostro distacco, al fatto che avete capito che la vita è un film e non vi siete attaccati. Lo si vede bene ai Ritiri di Autoindagine. Chiunque può parteciparvi, anche quelli che non hanno mai praticato; perciò alcuni sono aspiranti avanzati, ma la maggior parte no ed è ancora attaccata alla Continua a leggere →