Adi Shankara, tre versi dal Vivekachudamani

78. Solo chi si è liberato dalla pesante catena del desiderio per gli oggetti dei sensi – in verità cosa molto difficile – è qualificato alla liberazione. Nessun’altra cosa potrà aiutarlo, anche se dovesse conoscere i sei shastra. 79. Quei ricercatori di Liberazione che si sono distaccati dal mondo solo in apparenza, saranno presi alla gola con violenza dallo squalo del desiderio, che li trascinerà fuori strada mentre cercheranno di attraversare l’oceano del samsara (l’esperienza Continua a leggere →

l’evoluzione della relazione duale

L’evoluzione della relazione duale consiste nel tramutarsi in samadhi, lo stato unitivo. Il primo tipo di samadhi è il savikalpa, dove senti di essere Uno con ogni altra cosa nell’essenza, ma compare ancora l’apparenza della forma. Per esempio, guardo un albero e sento che io e l’albero siamo Uno. Poiché l’apparenza è mente, viene detto che nel savikalpa c’è ancora mente. Sri Patanjali negli ‘Aforismi sullo Yoga’ lo chiama sabija samadhi. In sanscrito ‘sa’ vuol dire ‘con’ Continua a leggere →

esiste solo mukti e null’altro

Accetta ogni momento così com’è, stai nel qui e ora. Ma com’è ogni momento? È che sei allegro, triste, entusiasta o apatico? E com’è il qui e ora? È che stai lavando i piatti o piantando un chiodo? Andando avanti ad accettare ogni momento così com’è, il che è Abbandono al Divino, scopri che ogni momento è indistintamente il Sé, che il qui ed ora è il Sé e null’altro! *    *    * Sri Ramana Maharshi, dal discorso 266: Il dottor Syed chiese: “Si dice che bisogna Continua a leggere →

per essere idoneo alla liberazione devi essere un rinunciante

“Come si fa a non Amare? Non esiste nulla di separato dall’Amore. Amare è la Beatitudine più intensa, completa, struggente e totale. Amore, Amore, Amore... Tutto si riassorbe nell’Amore. L’Amore ha preso tutto... Sembra indescrivibile, insostenibile. Abbandonarsi… E abbandonare quindi anche il senso, il concetto di l’Abbandono; sarebbe altrimenti ancora un’azione e non lo stato naturale privo di sforzo”. *    *    * Commento di Sergio – Quando ho cominciato a insegnare Continua a leggere →

la disidentificazione ultima

“Ieri sono sempre stata ritirata in casa senza spinte egoiche all’azione. Come ti ho scritto nel messaggio: la Tua Presenza immutabile illumina la Mia Presenza immutabile. La giornata trascorre nella pacifica Osservazione distaccata. Questo abbandono al flusso del presente mi introverte sempre più profondamente. Sembra che sia in atto un processo di disidentificazione dal corpo”. M. Commento di Sergio Qui viene descritto il processo della disidentificazione matura e ultima. Il quasi-Jivanmukti Continua a leggere →

Ramana Maharshi, discorso 498

La gente afferma spesso che un liberato dovrebbe andare in giro a predicare il proprio messaggio alla gente. Pensa: “Come può qualcuno essere un liberato finché intorno a lui c’è sofferenza? È Vero, ma un liberato vede sofferenza intorno a lui? Sì vuole decidere quale debba essere lo stato di un liberato senza averlo realizzato. Dal punto di vista del liberato la loro affermazione equivale a queste metafore: Un uomo sogna molte persone. Al risveglio si chiede: “Si saranno risvegliate Continua a leggere →

il giusto equilibrio nell’insegnamento

L’insegnamento sulla Liberazione in sé è semplice: “Lo senti l’Essere? Non l’essere legato al corpo e a un pacchetto di caratteristiche mentali che ritieni essere tu, ma il Puro Essere. Quello sei tu. Non è mai nato, né muore, non va da nessuna parte, non si evolve, è sempre ed è immutabile”. Tutto qui. Ma molti non sono nemmeno in grado di sentire quest’Essere. Sentono l’essere personale, legato a tutte le sue identificazioni nel sogno del mondo fenomenico. Ecco che Continua a leggere →

la ripetizione di “Io Sono Eterno. Sono la Pura Coscienza”

Il primo passo è ottenere una conoscenza diretta di essere il Sé. Tale esperienza è chiamata nello Zen: kensho = vedere la natura. Ottenuta tale conoscenza, il secondo passo è fissarla nella memoria, in modo che non venga riassorbita dall’abitudine di sentirsi una persona durante il tran tran quotidiano. A tale scopo bisogna ripetere costantemente nella mente la frase “Io Sono Eterno. Sono la Pura Coscienza”, o simili (tradizionalmente è “Io sono Brahman”), fino a diventare fermamente Continua a leggere →

l’importanza del coraggio sulla via per la liberazione

Nella prima parte della sadhana, quella rivolta a scoprire la Verità, ogni esperienza spirituale che l’aspirante ha è una festa. Ma nella fase successiva, quella dello stabilirsi nella Verità, è fondamentale diventare coraggiosi, nel senso espresso nell’ultimo post. Alcuni aspiranti mancano di questo coraggio e, al sorgere di difficoltà, si ritirano nelle identità di vittima delle loro personalità e permangono in visioni negative. Ciò nega di fatto il loro vero Sé e va in direzione Continua a leggere →

quando i concetti di conoscenza e ignoranza vengono abbandonati, esiste soltanto ciò che esiste

Yoga Vasistha, Versione Ridotta in Prosa, Capitolo 6, “Nirvana” la Liberazione Vasistha continuò: La Verità o Esistenza-Coscienza-Beatitudine Assoluta è al di là del pensiero e della comprensione [intellettuale], è suprema pace ed onnipresente, trascende l’immaginazione e la descrizione. In Essa sorge naturalmente la facoltà della concettualizzazione che è considerata essere triplice: sottile, media e grossolana. L’intelletto che abbraccia questi tre li considera come sattva, Continua a leggere →