l’osservatore

Essere l’osservatore, o stare nell’osservatore (quando siete duali), è quello che i Maestri Dzogchen chiamano Trek-Chod. Il Trek-Chod è la pratica per stabilizzare l’illuminazione. Essere l’osservatore è lo stato di liberazione, è lo stato naturale. Andando in profondità sentirete come tutti i blocchi del corpo (contrazioni che trattengono memorie/identificazioni) gradualmente si sciolgono. È la purificazione del corpo definitiva. Allora Shakti (beatitudine in movimento: creatività, Continua a leggere →

Sergio e Sangha 7

— Caro Sergio, ho letto la tua replica... Lo so che manco di passione e mi lascio attrarre da cose di scarsa importanza... Nel post di ieri in cui riferivi il colloquio con Roberta ho riconosciuto nelle sue parole quello che a volte provo durante la meditazione: essere ‘la consapevolezza non consapevole di sé come qualcuno o qualcosa’. Talvolta appaiono immagini ma vengono percepite ‘in mia assenza’, nel senso che manca la sensazione ‘io’. — Tu sei molto avanti, hai già i risultati Continua a leggere →

Sergio dal Sangha 6

M.: — Ultimamente attraverso questo ‘processo’: mi siedo e il senso dell’io si espande, si assottiglia il senso del fare, e a questo punto anche la minima intenzionalità potrebbe ricreare la separazione. Mi accorgo di ciò e resto nel non-fare basilare, che si espande assorbendo pure il sentire sottile. Quando l’assorbire è completo diventa coscienza splendente, identica a totale quiete.

Sergio dal Sangha 5

Anna Giu.: — Pratico al mattino, circa dalle 4 sino alle 6-6,30 o 7-7,30, a secondo. Non so a secondo di che cosa..... a secondo. Non so dire di più. Poi inizia la giornata. Se pratico inizia e continua meglio. Con una leggerezza che non rispecchia la realtà (credo) e con un’energia che osservo senza cercare di capire. Poi, appena posso, ci ricasco in questa pace dell’anima senza nulla..... a volte mi è naturale.... avvolte non lo so. Mamma mia, non so proprio esprimermi. Pranam Sergio. Continua a leggere →

Sergio al Sangha 4

— Maestro, stasera ho meditato circa due ore, con alcuni intervalli, ma invece di entrare in profondità avveniva il contrario. Inizialmente riuscivo a dimorare nella consapevolezza; poi, quando iniziavo ad entrare in profondità ho sentito delle resistenze, come una sorta di paura per avere intravisto uno stato che non conosco, come una paura di qualcosa di sconosciuto. Infine hanno iniziato ad emergere dei contenuti, riguardanti delle esperienze passate già viste e riguardanti la mia storia Continua a leggere →

Sergio al Sangha 3

R.: — Sto meditando. Non riesco a farlo con regolarità. Sergio: — Se mi dicevi di non mangiare con regolarità, avrei risposto che sono cose che capitano; ma se mi dici che non mediti con regolarità, la cosa è seria. Dovete decidere e puntare la Liberazione è non mollare. Se non avete famiglia la Liberazione dev’essere la prima cosa nella vostra vita; se avete famiglia, assolti i doveri familiari. la Liberazione dev’essere la prima cosa nella vostra vita. Datevi tempi stretti: un Continua a leggere →

una sensazione di liberazione

— Caro Sergio, ti scrivo quanto è avvenuto nella pratica dai giorni del Ritiro. Durante la pratica mi viene spontaneo recitare mentalmente Io Sono, associando le parole al movimento del respiro. Al termine della pratica formale, anche in attività, c’era una chiara consapevolezza della Presenza sullo sfondo. Tutto, perfino il battito del cuore, il respiro stesso sono appena un passo dopo la Presenza, tutto si muove attorno. Mi sono tornate in mente le parole “più vicino del tuo battito Continua a leggere →

l’idillio d’amore con Dio

È una meravigliosa frase di Yogananda. La prendo a prestito per descrivere i passi dell’idillio come li vedo io. 1. All’inizio l’aspirante vuole conoscere la propria vera natura. 2. Si impegna in qualche pratica spirituale e comincia ad aver le prime esperienze dirette, o samadhi istantanei. 3. Col tempo comincia ad avere assorbimenti più lunghi. 4. Poi raggiunge un livello in cui come siede a meditare è già subito in samadhi, anche se un attimo prima la sua mente era agitatissima. Continua a leggere →

e sopraggiunge la liberazione…

L’errore che fanno gli aspiranti che raggiungono una certa stabilità nel Sé è di non continuare a meditare. In questo modo mancano la completa disidentificazione dalla mente e quindi la liberazione. Per loro vi sarà ancora reincarnazione karmica perché non hanno tranciato i cicli del samsara di rinascita-morte-rinascita. Invece continuando a meditare il più possibile dimorando nel Sé, i semi/spinte della mente si placano, fino da appassire definitivamente. Allora la meditazione, che era Continua a leggere →