meditazione formale

In generale fate troppo poca meditazione formale, so di persone che fanno solo 20 minuti al giorno; è troppo poca. Nell’autoindagine noi non usiamo l’intelletto discriminativo, non la shakti come fanno gli yogi. Però shakti lavora comunque. È come quando usate un software che ha un interfaccia con dei pulsanti; cliccate su dei bottoni e il software compie delle operazioni, ma dietro il clic avvengono processi di elaborazione informatica che non vedete. Vale lo stesso per l’autoindagine. Continua a leggere →

Come uccidere l’ego?

D. – Qual è allora la differenza fra meditazione e ricerca del Sé (atma vichara)? M. – La meditazione è possibile solo mantenendo l’ego. Vi è l’ego e l’oggetto sul quale si medita. Si tratta dunque di un metodo indiretto. Il Sé invece è unico. Invece quando si cerca l’ego (atma vichara), cioè la sua sorgente, l’ego scompare. Ciò che resta è il Sé. Questo è il metodo diretto. D. – Allora cosa devo fare? M. – Rimanere aggrappato al Sé. D. – Come? M. – Anche adesso Continua a leggere →

Osservare o cercare l’Io Sono?

— … Detto ciò volevo chiedere riguardo alla pratica durante la giornata, fuori dalla meditazione formale. Io  osservo le fluttuazioni della mente: proiezioni, ricordi, vaniloqui, istanze varie legate a personaggi o al personaggio immaginario che dovrei o avrei potuto essere. Non  vi è quasi mai disturbo o avversione in ciò, è come guardare un film, e a volte i contenuti possono essere più intensi e calamitanti, diciamo… Il corpo fisico che si presenta a questa osservazione come una Continua a leggere →