come stai, Muktiji?

— Come stai, Muktiji? Ho letto questo passo dalla Kena Upanishad e mi sono ricordato di te: “Se pensi di conoscere bene il Brahman, hai imparato poco sulla sua vera natura. Ciò che sai della sua forma è limitato; perciò devi studiare ancora (2.1). Io non penso di conoscere bene il Brahman. Penso: “Non è che non lo conosco: lo conosco e non lo conosco allo stesso tempo”. “Capisco senza capire” è un’espressione che usi spesso tu. Muktiji, che attraversa un tempo di defatiganti Continua a leggere →

la fiducia in Dio: la chiave ultima per la liberazione definitiva

Il Brahman è un terremoto di beatitudine, Ramana lo sottolinea di continuo. È vero, dopo un anno e mezzo o due si riassorbe nel Sé e rimane come Pace eterna, ma al momento questo non ci interessa. Alcuni aspiranti non hanno tutta questa beatitudine, entrano in uno stato unitivo, godono di quella tranquillità… ma non basta! Penso a quel mio allievo che dopo 8 anni di pratica dell’advaita vedanta è caduto verticalmente dalla via. Rifletto: “Questi aspiranti non mantengono la realizzazione. Continua a leggere →

cosa vi serve per la realizzazione?

Ramana insegna che la realizzazione si ottiene solo a Mente Morta. Naturalmente finché si ha un corpo rimangono ancora piuttosto disponibili le funzioni computazionali e mnestiche della mente; ma se non intenzionalmente richiamata, la mente non invade più la coscienza. Lights out, luci spente, rimane solo il Brahman, cioè la Pura Coscienza senza mente; senza mente vuol dire senza mondo né senza corpo. Nel discorso 430 qualcuno chiede a Ramana: — Ho letto molto sulla Realizzazione del Sé. Continua a leggere →

due concezioni di samadhi

Lo yogi concepisce il samadhi come una trance, mentre lo jnani non lega il samadhi a uno stato di trance. Da cosa deriva tale differenza? Andiamo al secondo versetto degli ‘Aforismi Sullo Yoga’. Patanjali dice: “Il samadhi (lo yoga) è l’assenza di movimenti mentale (vritti)”; quindi non può che essere una trance. Lo jnani invece dice: “Il samadhi è il distacco dai movimenti mentali”; perciò puoi andare a fare la spesa alla Conad, parlare con la cassiera, e al contempo rimanere Continua a leggere →

io non sono mai nato

Io non sono mai nato Né sono mai stato coinvolto in qualche azione Sono la pura coscienza che è talmente placida che nemmeno sa di Sé Da dove dovrebbe derivarle la spinta, l’idea, lo sforzo per l’azione di conoscersi? È e basta! Né ciò si può dire ignoranza che è qualcosa che esiste solo nella mente. In tale luce, la realizzazione è un evento che segna la fine dell’illusione Cioè la fine dell’identificarsi con gli oggetti del mondo. Una volta che tale risveglio è avvenuto Esso Continua a leggere →

la Divina Grazie del Capitolo 26 della Ribhu Gita

Ho riveduto la traduzione del testo. Quello di prima non mi è mai piaciuto. Mi riproponevo sempre di rivederlo, ma finora non l’ho mai fatto. Alla fine la spinta me l’ha data Muktiji che ha fortemente invitato un allievo, in procinto di realizzarsi, di leggere e rileggere quel testo, spiegando che lei stessa si era realizzata con l’aiuto di quel Capitolo. Come risvegliato, me lo sono andato a rivedere e il cuore mi si è aperto: quel testo è MIRACOLOSO! È quasi irrinunciabile per chi Continua a leggere →

trovare una ragione superiore al personale desiderio di realizzarsi, che motivi a continuare irremovibili fino alla liberazione definitiva!

Io sono partito come maestro-sadhaka. La spinta ad andare fino in fondo me l’ha data l’amore per gli allievi. Pensavo: “Se non lo faccio io, come potrò chiedere a loro di farlo? Se non raggiungo un livello più elevato, come potrò ispirarli?”. Inoltre ero consapevole della trasmissione sottile tra maestro e allievo, e ciò mi motivava ancora di più. Non vi fossero stati gli allievi avrebbe prevalso l’orientamento mentale di prendermela più comoda. La stessa dinamica testimonia Muktiji Continua a leggere →