se chiami un oggetto sedia, è una sedia; se lo chiami legno, è legno

Quando la conoscenza oggettiva giunge alla fine, il veggente individuale non sopravvive. In quel momento l’orgoglioso ‘io’ si fonde [nella Realtà]. Come è concettuale l’individuo, così lo è il veggente. Se chiami questa città ‘Bombay’, essa apparirà come Bombay; se la chiami Terra, apparirà come Terra. Tutto dipende dai concetti del veggente. Se chiami un oggetto sedia, è una sedia; se lo chiami legno, è legno. Se chiami il tutto Realtà, allora il tutto è la Realtà. Se Continua a leggere →

nessuno che potesse essere paragonato a Sri Nisargadatta Maharaj

Come si può anche soltanto iniziare a scrivere un tale tributo? Dopo aver trascorso più di sei anni in India e aver incontrato circa 50-60 insegnanti, guru e maestri di meditazione, posso inequivocabilmente dire che non c’era nessuno che potesse essere paragonato a Sri Nisargadatta Maharaj. Perché? Perché ci sono quelli che hanno accesso a QUELLO e si sono ‘Autorealizzati’ e quelli che sono in grado di insegnare. La combinazione che vede coesistere le due cose è veramente rara. ‘Io’ Continua a leggere →

la mente si trova immersa in un costante adesso da cui il suo ininterrotto sguardo sullo Sconosciuto non può spostarsi

Sergio: — Come sta andando la situazione dopo il collasso dei concetti. Hai fatto delle nuove scoperte? M. — Caro Sergio, Bernadette Roberts scrive: “L’unione viene collaudata da una serie di prove esteriori che ne rivelano la profondità [...]. E se queste non si offrono spontaneamente, la persona le cerca perché l’energia creata dall’unione deve trovare espressione ed accettare, se pur soffrendo, la sfida a rivelare e affermare questo tenace amore”. Quindi ho creato tutto questo Continua a leggere →