non-conoscere

Durante un Satsangha Francis Lucille dice: “Tutto quello di cui c’è bisogno è essere liberi da vecchi concetti: questo è importante. Vedere quanto sono privi di qualsiasi credibilità ci lascia in un atteggiamento di non-conoscere, un atteggiamento in cui abbiamo dimenticato tutto ciò che sapevamo, un atteggiamento in cui non abbiamo più niente. Questo è il significato di essere ‘poveri di spirito’. Non conosciamo niente, non abbiamo niente, non vogliamo niente”. Chiariamo un po’ Continua a leggere →

l’evoluzione della coscienza dell’aspirante

A grandi linee, l’evoluzione della coscienza del ricercatore spirituale che pratica una sadhana valida dovrebbe essere questa: 1. Diventa sempre più sensibile sul piano sottile; il che significa anche: sempre più capace di individuare i processi mentali. 2. A un certo punto si imbatte nel vuoto/nulla senza essere del piano causale. C’è chi lo passa velocemente e chi vi rimane a lungo. In questa fase può avere anche dei samadhi, ma quello che realizza è questo vuoto/nulla senza Continua a leggere →

Freedom

Colgo l’occasione dello scritto di Anthony De Mello (riportato in basso) sull’«Eterno Presente», per commentarlo un tema che salta fuori spesso nella spiritualità. È un leitmotiv caro al new age, e autori versatili nello scrivere hanno avuto successo con tale narrazione easy-reading… di facile consumo e comprensione perché è ancora all’interno della mente: “E amerai la vita soltanto”… Quale vita?, che non esiste. È un livello di coscienza ancora molto parziale, non è Continua a leggere →