il Sé è il Testimone, che si rivelerà essere la Pura Coscienza indifferenziata

— Ciao Sergio. Ti scrivo per due ragioni. La prima è che ci sono momenti in cui mi immergo spontaneamente in una prospettiva ‘esterna’: continuo a guardare la realtà dal mio corpo, ma sento un collegamento profondo con la realtà intorno a me. Sono sempre io, ma mi percepisco quasi come fossi un prolungamento, un tassello in mezzo al tutto. Questo avviene soprattutto nella natura e quando non c’è confusione intorno a me. — Avendo letto il Vivekachudamani di Adi Shankara sai che il Continua a leggere →

dialoghi col sangha

— Sto sperimentando come la personalità sia un insieme di memorie che agiscono indipendentemente dalla volontà. — La benzina che fa agire in automatico quelle memorie è la carica emozionale inconscia rimasta sospesa. Se quella carica è più forte di quanto il distacco conquistato dalla coscienza possa confrontare, quando essa riappare subliminalmente – sia che abbia il segno dell’avversione o dell’attaccamento – l’individuo diventa un meccanismo stimolo-risposta. — Dalla Continua a leggere →

sogni, sonno e dopomorte

“Il Sé è il testimone dell’esistenza negli stati di sonno, sogno e veglia. Questi tre stati appartengono all’ego” (Ramana Maharshi, dal Discorso 13) L’introversione fa sì che l’attenzione si sposti gradualmente dallo stato di veglia – il più duale e separativo – agli stati di sogno e sonno. Allora, a un certo punto, durante la veglia si comincia ad entrare in stati di ‘sonno desto’ sempre più frequenti e prolungati. Ciò è indice di sempre maggiore distacco dal mondo Continua a leggere →

coscienza nella coscienza

Sergio: — Tu sei Coscienza. Nella meditazione formale pratica la Coscienza nella Coscienza, immergi la Coscienza nella Coscienza. Quando sei in samadhi resta nel samadhi. Questo è tutto. Durante la meditazione formale ignora tutte le distrazioni della mente. Non entrare nemmeno in relazione con loro. Arriva una distrazione mentale e tu ti ritiri nella Coscienza per realizzare la Coscienza nella Coscienza. Quando sei nel samadhi resta nel samadhi. P., a fine giornata: — È bellissimo! Essere Continua a leggere →

la coscienza umana si trasforma in coscienza pura

P. — Ho fatto un sogno. Guardavo dall’alto una valle bellissima, da cui mi arrivava una sensazione di familiarità, di bellezza e di pace. I colori erano tutt’altro che vividi, tendevano al bianco e nero. Una corona di alte montagne circondava un fondovalle, al centro del quale si stagliava un piccolo altopiano. Mentre ammiravo questa bellezza, la terra del fondovalle si trasformava in acqua ed una voce dentro di me diceva: “È il Sé, è il Sé!” Allo stesso tempo, dal centro del piccolo Continua a leggere →

mirando l’assoluto

Ciò che gli esseri umani identificano come morte è la Pura Coscienza. In verità ciò che muore è tutto ciò che non è Pura Coscienza, cioè le sovrapposizioni, cioè la camicia di forza. Questo è Shiva, il senza forma, il mai nato, il cui canto è il silenzio, che è il suono della Pura Coscienza, dell’Increato. Una tale contemplazione della Pura Coscienza è discreazione dell’ignoranza, è il trionfo dello Spirito sull’umiliazione della condizione di identificazione con la materia. Continua a leggere →

su non-distanza, affinità, musica e silenzio

Commento al Report di Monica Monica: «Al risveglio Sono ‘Non-Distanza’. Non c’è distanza con l’oggetto mondo. Un totale non-attaccamento. Onde di Beatitudine mi pervadono». COMMENTO DI SERGIO L’affinità è una considerazione di distanza. Esempio: «mi sento più vicino al jazz che all’heavy metal. Più distanza meno affinità; meno distanza più affinità; distanza zero: Samadhi! Il non attaccamento che qui si sperimenta non è dato dalla negazione del mondo ma dal fatto che Continua a leggere →

indicazioni per la liberazione

Adi Shankara, Vivekachudamani, 252 – Come nel sogno il luogo, il tempo, gli oggetti, il conoscitore ecc. non sono reali, così il mondo dell’esperienza di veglia, causato dall’ignoranza, non è reale. E poiché il corpo, gli organi, il prana, il senso dell’io ecc. non sono reali, tu sei Quello: il sereno, il puro, il supremo Brahman non-duale. *     *     * SERGIO – INDICAZIONI PER LA LIBERAZIONE Fuori dalla Meditazione Formale: 1. Rimani cosciente tutto il giorno, come meglio Continua a leggere →

in questo oceano, essenza di beatitudine, la mia mente si è sciolta come un chicco di grandine nel mare

Adi Shankara Vivekachudamani (Il grande gioiello della discriminazione) 478. Questa è la conclusione ultima del Vedanta: il jiva [l’anime individuale] e l’intero universo non sono altro che Brahman. Liberazione significa essere stabilizzati nel Brahman, esistenza indivisibile; d’altra parte la Shruti dichiara che Brahman è Uno-senza-secondo. […] 480. Dopo aver contemplato per un certo tempo l’assoluto Brahman [come Pura Coscienza o Puro Essere], e ancora permeato dalla beatitudine Continua a leggere →

ai genitori

Mia madre mi vedeva come Sergio, e amava Sergio; e io mi sono innamorato di questo Sergio e ho cercato di difenderlo e di promuoverlo. Ma Sergio era proprio l’ostacolo a Quello che sono. Se mia madre mi avesse visto come Pura Coscienza, io mi sarei innamorato di quella e avrei difeso quella, risparmiandomi un bel po’ di fatica per disidentificarmi dall’ostacolo Sergio e per tutto il tempo che ho speso per difenderlo e promuoverlo. A volte i genitori chiedono come comportarsi con i figli. Continua a leggere →