esiste una mente?

Sri Ramana Maharshi, dal discorso 217 Un ingegnere di Bombay chiese: “Prova Bhagavan compassione per noi e dunque ci mostra la grazia?”. M. – Siete immerso nell’acqua fino al collo e chiedete acqua. È come dire che un uomo immerso nell’acqua fino al collo ha sete, o che un pesce nell’acqua ha sete, o che l’acqua stessa ha sete. D. – Come si può distruggere la mente? M. – In primo luogo, esiste una mente? Ciò che chiamate mente è un’illusione, che trae origine dal Continua a leggere →

nirvikalpa, cioè no mind

IL PESO DELLA MENTE SCHIACCIA L’ESSERE! Ma cosa può mai cancellare Maya alla radice: la cancellazione della conoscenza relativa! Ciò avviene naturalmente nel sonno profondo consapevole, nel nirvikalpa, in turiyatita, nel nirvana, che sono tutti sinonimi che indicano lo stesso stato di coscienza. Nel savikalpa samadhi c’è la mente unitiva, ma nel nirvikalpa non c’è mente! È il nirvikalpa che mostra all’aspirante la vera Liberazione e la strada per conseguirla. È nel nirvikalpa Continua a leggere →

sul nirvikalpa, il sonno profondo e lo stato naturale

Alcuni ricorderanno che parlando del nirvikalpa samadhi – che è lo stesso stato del sonno profondo consapevole e così pure di turiyatita –, ho detto che se l’aspirante identifica la Liberazione con l’esperienza temporanea del nirvikalpa, si troverà in difficoltà perché quell’esperienza va e viene. L’esperienza del nirvikalpa deve tramutarsi nell’identità stessa dello jnani. Allora il nirvikalpa rimarrà continuamente presente in tutti gli stati, e prenderà il nome di sahaja samadhi, Continua a leggere →

risposte a tre signore della società teosofica

Sri Ramana Maharshi, discorso 135 Tre signore europee appartenenti alla Società Teosofica hanno chiesto: “Il piano universale è veramente buono o ha la natura di un errore, di uno sbaglio, dal quale dobbiamo cercare di trarre il meglio?”. M. – II piano è veramente buono. L’errore sta dalla nostra parte. Quando lo correggiamo in noi stessi, il piano diventa buono. D. – Avete qualche formula da insegnarci che ci permetta di ricordare quel che abbiamo fatto durante il sonno? M. Continua a leggere →

sovrapposizioni al Sé, ovvero Maya

Sri Ramana Maharshi, discorso 342 Alle undici di sera arrivò un gruppo proveniente da Guntur, formato da una donna di mezza età dallo sguardo triste ma fermo, da sua madre e due uomini. Chiesero di poter parlare con Sri Bhagavan. La donna disse a Sri Bhagavan: “Mio marito morì quando portavo mio figlio ancora in grembo. Il bambino nato dopo la morte del padre crebbe bene fino a cinque anni, poi fu colpito da una paralisi. A nove anni era costretto a letto ma nonostante tutto era allegro Continua a leggere →

da dove vengono le esperienze?

Sri Ramana Maharshi, Discorso 115 M. Frydman: “A volte abbiamo delle strane esperienze, anche senza alcun desiderio iniziale. Da dove vengono?”. M. – Il desiderio può non esserci ora, ma in passato ce ne dev’essere stato abbastanza. Sebbene l’abbiate dimenticato, esso porta frutto al momento opportuno. Per questo si dice che uno jnani abbia del prarabdha rimasto. Ciò, naturalmente, è solo dal punto di vista degli altri. Continua a leggere →

quanto dura l’intervallo tra la morte e la reincarnazione?

Sri Ramana Maharshi, Discorso 573 Giunse in visita Ranganatha Ayyar, un devoto di quattordici anni, che chiese: “Quanto dura l’intervallo tra la morte e la reincarnazione?”. M.: Può essere lungo o breve. Ma uno Jnani non ha tali cambiamenti; egli si fonde nell’Essere Universale, così dice la Brihadaranyaka Upanishad. Alcuni dicono che coloro che dopo la morte imboccano il sentiero della luce non rinascono, mentre quelli che prendono il sentiero delle tenebre, rinascono dopo aver Continua a leggere →

distingui bene l’io contaminato dall’associazione col corpo e i sensi dal Vero Io che è il Sé

Sri Ramana Maharshi, Discorso 268, II Parte INTRODUZIONE DI SERGIO In questa seconda parte Sri Ramana spiega come distinguere il falso io contaminato dall’associazione col corpo, i sensi e la personalità (una parte di identità e attributi mentali che riteniamo essere noi), dal Vero Io che è universale. Quando siamo identificati col falso io (l’ego), il Vero Io (il Sé) non ci è più visibile. Sulla via diretta vi sono due grandi sfide. La prima è conoscere il vero Io, il Sé – la Continua a leggere →

non basta qualche samadhi per avere uno jnani

Sri Ramana Maharshi, discorso 465. Sri Bhagavan spiegò a un giudice dell’Alta Corte in pensione alcuni punti dell’Upadesa Saram. 1) La meditazione dov’essere un flusso di attenzione ininterrotto come una corrente. Quando è ininterrotta viene chiamata samadhi o kundalini shakti. 2) La mente può rimanere latente e fondersi nel Sé; in questo caso dovrà necessariamente riemergere. Quando emergerà ci si ritroverà come prima, perché le predisposizioni mentali che erano latenti si Continua a leggere →

il nulla e la corda che tiene legato il secchio caduto nel pozzo

Su uno dei testi dedicati a Nisargadatta vi è un passo interessante. Una giovane racconta di aver preso parte a un ritiro spirituale ed aver scoperto che ‘Non Esiste Nulla’. “Sì” dice Nisargadatta, “E allora?”. “Cosa devo fare adesso?”. “Hai scoperto che non esiste nulla, ma ci sei ancora tu”, conclude Nisargadatta. Non voglio mettermi a confronto con Nisargadatta, non ne sono degno, ma io non avrei risposto così. Avrei detto: “Hai scoperto che non esiste nulla, ma non Continua a leggere →