laya e nasa

Laya è lo stato in cui la mente è immersa nel Sé ma non è morta – il sonno profondo, lo svenimento, i samadhi temporanei. Il secchio è caduto nel pozzo ma la corda non è stata recisa. Una sadhana di solo sforzo ha risultati solo all’interno di laya, può giungere fino al falso sahaja. Poi quando si esce da laya ritornano ego e mente. Nasa è lo stato in cui la mente è immersa nel Sé ed è morta. Il secchio è caduto nel pozzo e la corda è stata recisa. Nasa costituisce la liberazione Continua a leggere →

un dialogo con Shivananda

Shivananda: — Amato buongiorno. Vorrei integrare quello che ho detto ieri riguardo alle Quattro Dimore Sublimi, aggiungendo altre considerazioni che mi sono venute in mente questa notte. Come prima cosa mi è venuto in mente che quando sei in meditazione nel Sé la mente viene trascesa. Il Sé sembra non essere toccato da nulla; la realizzazione stessa è in un certo senso illusoria. — Quando la mente viene trascesa il Sé semplicemente ‘è’ e non vi sono più concetti. Se in tale stato Continua a leggere →

la tua meta è la coscienza indifferenziata

— Non ho particolari problemi, solo che la lotta di classe è finita, è persa. Non c'è più la lotta contro il potere. Cerco di stare nel Sé senza pensare troppo a queste cose. — La lotta di classe riguarda il corpo. Sei interessato a realizzare il corpo fisico? Ovviamente no, la mia è una domanda retorica. Stai dunque nell’Uno indifferenziato, cioè nell’Uno senza apparenza di oggetti 😘 Prova così. Chiudi gli occhi e vedi se appare qualcosa che sembra diverso da te. Abbandonati Continua a leggere →

il sahaja non è uno stato

Prima che venisse fuori il Ritiro da Patrizia, ho provato a buttar giù un orario di pratiche, ma non sapevo cosa fare. I ritiri intensivi: Vipassana, di Illuminazione ecc. tendono a portarti verso uno stato. Fosse anche il nirvikalpa, è comunque uno stato. Il Sahaja non è uno stato, è la consapevolezza che sei Quello e che tutta l’apparenza è illusione. Perciò chi è in sahaja può indossare qualsiasi stato, senza che il sahaja cambi, così come una persona può mettere qualsiasi vestito, Continua a leggere →

le fasi del ciclo dell’evoluzione della coscienza sono diventate contemporanee

Mukti: — Condivido alcune riflessioni che la mente fotografa da qualche giorno. Anche la Consapevolezza e la Conoscenza sono frutto di un moto creativo. Per questo quando si riassorbono il cerchio è chiuso. Ultimamente c’è il riconoscimento di essere già stata ‘a questo punto’. Soham: — Sì, anch’io ho questo sentire. Credo derivi dallo stare ogni notte nel sonno profondo senza sogni. Non si dice forse che lo jnani è sempre nel sonno profondo? Mukti: — Allora, riassorbita Continua a leggere →

questa meditazione continua diverrà lo stato naturale ininterrotto

Vijaya: — Ieri ho notato che, se riesco ad “osservare” durante la giornata, la sera non faccio alcuna fatica a meditare, appare spontaneamente il Se. S. — “Osservare” è meditare, invece di star dietro alle reazioni anarchiche della mente. Stai dunque dicendo che se mediti mentre sei in attività durante tutto il giorno, la sera quando ti siedi a meditare appare spontaneamente il Sé. Se continui così, questa meditazione continua diverrà il Sahaja (lo stato naturale) ininterrotto. Continua a leggere →

l’aspirante con una mente debole

Cominciamo col definire mente debole e forte secondo Sri Ramana Maharshi. È forte la mente che può focalizzarsi su un solo oggetto senza distrazioni. È debole il contrario. Quando l’aspirante ha una mente debole, pur avendo esperienze dirette, ricade continuamente nei contenuti mentali. Per rafforzare la sua mente deve allenarla a concertarsi su un solo oggetto. Per noi l’oggetto è la ‘sensazione-io’. Individua l’Io e mantieni la tua attenzione concentrata lì. Il cuore dell’io Continua a leggere →

la dottrina dell’advaita – chiarimenti

Sri Ramana Maharshi, discorso 383 In questo discorso, Sri Bhagavan chiarisce molti interrogativi che sorgono dalle dispute tra le varie scuole di pensiero all’interno della stessa Advaita. Una vera manna per gli aspiranti jnani che possono proseguire con chiarezza nella loro sadhana senza essere infastiditi da dubbi. Le note tra parentesi quadre sono mie. *    *    * Swami Lokesananda, un sannyasi, chiese a Sri Bhagavan: “Vi è prarabdha per un jivanmukta?”. M. – Chi è colui che Continua a leggere →

finché non si scioglie il nodo dell’identità con la mente, non può esservi nessuna realizzazione

— Amato ❤, da qualche giorno sto attraversando un’apertura e un dimorare dolce e naturale. Il mondo si spegne e mi trovo ad aver fatto cose senza intenzione e senza sforzo. Il cibo che trovo automaticamente nel piatto, il corpo lavato, un messaggio inviato o una corsa di km che sgorga dalle gambe e dai polmoni e si esaurisce senza alcuna intenzione. E tutto questo non ha alcuna importanza, alcuna presa, e non è “mio” in alcun modo. A tratti non esiste del tutto, a tratti esiste Continua a leggere →

instabilità nel Sé: le vasana non sono state distrutte a causa dell’insufficiente concentrazione!

— Mi sembra di non riuscire a mettere sufficiente volontà nel concentrarmi sulla pratica e quasi sento di regredire nelle solite identificazioni mentali. — Ricevo spesso messaggi come questo. Se viene da un sadhaka principiante, bisogna controllare se la pratica è svolta correttamente e se ha compreso i principi dell’Atma Yoga. Ma se si tratta di aspiranti senior quasi sempre è un problema di Concentrazione! Incredibile quanto la Concentrazione sia in genere mal compresa nella via Continua a leggere →