a un certo punto il sogno non c’era più, ma io c’ero!

— Stanotte stavo sognando. Guardavo il monitor del mio computer e scrivevo qualcosa. A un certo punto il sogno si è spento, non c’era più, ma IO C’ERO! Nessuna percezione, nessun contenuto, nessun oggetto: nient’altro che Io, che l’Esserci. Dormivo ma ero Consapevole di Esserci, c’ero come Coscienza, ma questa Coscienza non era consapevole di nient’altro che di sé stessa. E poi, e poi, quando mi sono svegliata, nel passaggio dal sonno alla veglia sono rimasta pura Coscienza. Sentivo Continua a leggere →

assenza di desideri

— Carissimo Sergio, oggi dopo la sadhana avevo un impegno e dovevo guidare per un tratto non breve. Mi sono preparata, sono uscita di casa e ho percorso tutta la strada con la sensazione di essere immobile e con l’attenzione ritirata nella Coscienza. Fuori tutto avveniva in apparente caos mentre dentro regnava il silenzio e nulla si muoveva. L’attenzione era ritirata dentro. La memoria del corpo ha eseguito tutto ciò che serviva per arrivare dove dovevo arrivare, senza che si attivasse nessuna Continua a leggere →

sogni, sonno e dopomorte

“Il Sé è il testimone dell’esistenza negli stati di sonno, sogno e veglia. Questi tre stati appartengono all’ego” (Ramana Maharshi, dal Discorso 13) L’introversione fa sì che l’attenzione si sposti gradualmente dallo stato di veglia – il più duale e separativo – agli stati di sogno e sonno. Allora, a un certo punto, durante la veglia si comincia ad entrare in stati di ‘sonno desto’ sempre più frequenti e prolungati. Ciò è indice di sempre maggiore distacco dal mondo Continua a leggere →

passi graduali verso il sahaja – la coscienza comincia a non subire modificazioni nel passaggio tra veglia e sogno e viceversa

Oggi è successo qualcosa che non mi capitava da tempo: la temporanea identificazione con un’incombenza lavorativa verso la quale ho sentito forte contrarietà. Dopo un primo momento di smarrimento, l’Osservazione ha trasformato questa apparente increspatura in Quello stesso Fluire Beatifico Sempre Presente. Lo smarrimento è sorto perché quel movimento della realtà relativa, apparendo più vivido, ha amplificato l’illusione degli opposti. l’Osservazione simultanea però Mi ha catapultato Continua a leggere →

passi indispensabili per il sahaja – ogni movimento e fenomeno del creato è puro amore di Dio

Mukti: — Caro Sergio, mai come adesso sperimento che “SOLO L’AMORE È”. Arriva pesantezza, stress, scoramento, preoccupazioni, accanimento. Accompagno questi movimenti come una canna al vento, senza troppi pensieri… A volte mi chiedo se il mio corpo si spezzerà. Ma Sergio, l’Amore prende tutto e trasforma in commozione, gentilezza, gratitudine, centratura e a volte non posso fare altro che piangere per la bellezza di tutto questo. Sergio: — Gioisco per te. La questione è che se Continua a leggere →

Ramana Maharshi, discorso 82

Fu sollevata una domanda sulle differenze tra i vari samadhi. M.: Quando i sensi sono assorbiti nell’oscurità [incoscienza] c’è il sonno profondo; quando sono assorbiti nella luce [coscienza] c’è il samadhi. Proprio come un passeggero che viaggia dormendo in una carrozza non è consapevole del movimento, dell’arresto e dello stacco dei cavalli, così uno Jnani in sahaja samadhi non è consapevole degli avvenimenti, della veglia, del sogno e del sonno profondo. In questo esempio il Continua a leggere →

un samadhi di base su cui hanno luogo specifiche esperienze temporanee di assorbimento

Da un lato si dice che la realizzazione e il samadhi sono la stessa cosa, dall’altro che non bisogna identificare la realizzazione con le esperienze del samadhi. Che cosa significa? Con la realizzazione ha luogo un samadhi di base. Ci si sente la pura Coscienza (o Essere ecc.) non dissimile dalle altre forme e dalle situazioni che sono anch’esse pura Coscienza. Si osserva disidentificati il proprio corpo agire. Se compaiono emozioni alterate (come a volte accadeva a Nisargadatta) non ci si Continua a leggere →

sul ricordare le incarnazioni passate

Ramana Maharshi, Discorso 260 Nel Sunday Times erano stati pubblicati degli estratti da ‘A Hermit in the Himalayas’ relativi al ricordo delle incarnazioni passate. In essi Paul Brunton menzionava alcuni metodi buddisti per ottenere quella facoltà. Sri Bhagavan disse: «Vi sono persone che vogliono sapere tutto sul loro futuro o sul loro passato [passato e futuro sono mente, lo stato di illusione]. Essi ignorano il presente [l’eterno presente è il sahaja samadhi conseguente alla realizzazione Continua a leggere →

il sahaja samadhi è senza sforzo

— Vi sono ancora movimenti della volontà, anche deboli, per centrarti nel Sé? — Ci sono momenti in cui me ne posso “dimenticare”, come ad esempio fasi concitate del lavoro. Ma non cerco più... Non c’è più Nessuno da cercare. — Se non vi sono vacillamenti di identità, dimenticarsi di essere il Sé non costituisce pregiudizio alla realizzazione; anzi è lo stato naturale: non ti ricordi più di esserci. Come donna dovevi forse ricordare sempre di essere tale per conservare l’identità Continua a leggere →

nirvikalpa samadhi e sahaja samadhi

Quando l’aspirante ha sperimentato il nirvikalpa samadhi – samadhi senza oggetti, mondo e corpo; solo Essere nell’Essere, Consapevolezza nella Consapevolezza –, deve comprendere che quella è la sua Vera Natura. È lo stesso stato del sonno profondo senza sogni, ma le persone ordinarie sono inconsce su quel piano di coscienza. Se collegate ad un elettroencefalografo in un laboratorio del sonno, quando svegliate al raggiungimento delle onde delta (sonno profondo), se si chiede loro cosa Continua a leggere →