la realizzazione dello stato naturale

Mukti: — Caro e Amato Sergio, essere sempre consapevole di essere Consapevolezza. Non so se significa essere il Sé in ogni momento. A volte lo sono, a volte non ricordo, o meglio a volte la Consapevolezza intesa come mente pura non è in primo piano. Tuttavia non vi è dubbio di essere Quello, che vi siano mente pura o impura, corpo, sensi, pensieri, beatitudine, in primo o in secondo piano... non c’è differenza! L’innocenza e la purezza di un bambino appena nato. Non c’è più nemmeno Continua a leggere →

la realizzazione del sahaja samadhi

Messaggio vocale — In questi giorni stanno succedendo, e non succedendo, delle cose. C’è un approfondimento… chiamiamolo così. Faccio fatica a trovare le parole. Comunque… C’è uno stato di beatitudine costante già da due o tre giorni. E ci sono movimenti energetici non eclatanti, ma c’è tanta tanta energia, da tenermi sveglia anche fino alle 3 di notte. Che poi non è un essere sveglia, è un essere nel Sé. E non c’è niente che disturba questa beatitudine: una beatitudine calma. Continua a leggere →

dialoghi col sangha

— Sto sperimentando come la personalità sia un insieme di memorie che agiscono indipendentemente dalla volontà. — La benzina che fa agire in automatico quelle memorie è la carica emozionale inconscia rimasta sospesa. Se quella carica è più forte di quanto il distacco conquistato dalla coscienza possa confrontare, quando essa riappare subliminalmente – sia che abbia il segno dell’avversione o dell’attaccamento – l’individuo diventa un meccanismo stimolo-risposta. — Dalla Continua a leggere →

non c’è nessuno – passi graduali verso il sahaja

— Come ti senti adesso rispetto ai problemi che avevi sul lavoro? — Molto meglio. Mi viene da dire che nessuno ha problemi, quindi non esistono. Le situazioni stamattina scorrevano e trovavano una sistemazione. Comunque è una sensazione incredibile, soprattutto quando chiudo gli occhi: non c’è nessuno. Continua a leggere →

l’insegnamento più bello di Sri Ramana Maharshi

Viene dai diario in tamil di M. G. Shanmugam, uno dei primi devoti di Sri Ramana Maharshi. Io lo trovo così perfetto, sintetico e chiaro. C’è tutto ciò che bisogna sapere per praticare Atma Vichara (l’autoindagine) e Atma Nishta (il dimorare nel Sé. Una grande risorsa per i sadhaka sulla via dell’Advaita Vedanta. * * * Durante i miei ventiquattro anni di relazione personale con Bhagavan ho notato che raramente predicava in modo elaborato. Dava suggerimenti che i ferventi ricercatori Continua a leggere →

lo stesso IO rimane immutato in tutti gli stati

Avvicinandosi alla realizzazione, lo stesso IO rimane immutato in tutti i tre stati di veglia, sogno, sonno profondo, turiya, e gli stati intermedi: unmani, aladani e samadhi. Perciò i sogni sono sogni lucidi. Quando nel sogno l’aspirante perde coscienza del vero IO, allora diventa un personaggio del sogno, così come nella veglia diventa la persona Giuseppe, Adelina, Andrea ecc. In turiya è uno con la pura coscienza [come spesso accade con i termini spirituali, la parola turiya, il cosiddetto Continua a leggere →

come va col silenzio?

— Come va col Silenzio? — Oggi un disastro. Conflitti sul lavoro. Anche la situazione generale non mi pare per niente buona. Comunque non resto arrabbiato come prima né trascino la rabbia per lungo tempo. — Capisco. Ma non soffermarti su questi incidenti. Non lasciare che danneggino la tua sadhana. Adesso che hai contattato il Silenzio, che si è aperta quella porta, devi passare molto tempo a contemplarlo. Uno sente chiasso, poi un bel giorno ha l’esperienza di essere Silenzio Continua a leggere →

su samadhi e dintorni

— Non capisco quando dici che il Saggio è oltre al samadhi; anche quando parli di Ramana e dici che lui è sempre stato lo stesso. — Io ti sconsiglio di avere come obbiettivo il samadhi – non ho mai visto nessun testo spirituale che lo dica. Abbi come obbiettivo l’essere il Sé. In questo modo tutti i samadhi di livello inferiore transiteranno senza che tu li identifichi con la Liberazione. Ramana e Atmananda danno alla parola samadhi due significati diversi. Lo vedremo nel corso della Continua a leggere →

le due grandi fasi dell’autoindagine

I PRIMI DUE PASSI Il primo passo è ottenere attraverso l’autoindagine delle esperienze dirette non-duali della propria vera natura, tante quanto basta per capire ‘Chi’ veramente siamo. Il secondo passo è rendersi conto che il mondo fenomenico non esiste (come insegna lo Yoga Vasistha), discreando col Testimone, in funzione ‘neti’ (io non sono questo), buona parte della mente. L’ESAURIRSI DI NETI Raggiunto tale livello non è più evolutivo continuare ad usare la funzione Continua a leggere →