la paura di divenire inabili a gestire la propria vita dopo la realizzazione

Quasi tutti gli aspiranti che si avvicinano alla liberazione e che hanno responsabilità sociali (figli, famiglia, lavoro) hanno paura di diventare incapaci a mandare avanti la propria vita, e ciò si traduce in una resistenza più o meno inconscia alla liberazione. Questa paura nasce dagli assorbimenti che gli aspiranti sperimentano in meditazione: il nirvikalpa samadhi, in cui si perde la consapevolezza del corpo e del mondo, e i rapimenti nella beatitudine, che ha quasi lo stesso effetto. La Continua a leggere →

stai nell’essere?

Stai nell’Essere? Entri in samadhi? Oggi sono andato a ... per fare la solita visita. Sono emersi vecchi contenuti e ansia. Ho osservato l’essere invece di ascoltare la mente, ma sto ancora osservando. Questo è molto buono. È la svolta! Il mondo ti appare, ma tu rimani rivolto al Sé. Da qui si apre la strada per la Realizzazione. Fin quando il mondo ti cattura sei ancora lontano dalla dirittura d’arrivo. Mi fa veramente piacere per te ❤ Continua a leggere →

realizzare il samadhi o realizzare il sé?

Quando si è realizzato il Sé, si è sempre in samadhi, perché il Sé è tutto e oltre il tutto, immanente e trascendente. Ma se la tua intenzione è realizzare il samadhi, incontrerai dei problemi, perché stai rincorrendo un falso obbiettivo. I samadhi, come stati mentali, vanno e vendono. Devi stabilizzare il Sé, non il samadhi, e tutto il resto ti sarà dato in aggiunta. Il modo più diretto per ottenere la Liberazione è ACCETTARE TUTTO. Accettare tutto non ha a che vedere con l’operatività Continua a leggere →

accettare tutto

Ho cercato di dire che quella del samadhi è una fissa, un falso obbiettivo; che anche il samadhi come esperienza specifica è uno stato: arriva e se ne va. Ma subito levate di scudi. “Ma Patanjali dice…” ecc. Quando vedi che tutto quello che attribuivi a te: corpo, carattere, attributi, vizi, virtù, azioni, decisioni, pensieri, memorie, passato presente e futuro ecc. sono tutti processi automatici di causa-effetto, e sono illusori, e che Tu non c’entri niente, sei la sola Realtà, l’origine Continua a leggere →

samadhi e paura di morire

“Caro Sergio, stanotte ho avuto un incubo che mi ha lasciato una profonda angoscia. Ero imprigionato in una chiesa sotterranea con crocifisso, dove una comunità con a capo il personaggio di un telefilm che a volte vedo con mia moglie torturava ed uccideva delle persone ebbro di estasi omicida. A un cero punto toccava a me e veniva una persona a cercare inutilmente di salvarmi, poi mi sono svegliato”. "Facciamo delle associazioni libere. Staccati dalla memoria del sogno. Sei qui, rilassato?”. Continua a leggere →

accettazione

F.T. — L’osservazione degli esseri umani è sempre diretta verso un oggetto e ciò non aiuta a divenire consapevoli di sé. Osservare l’osservatore rompe il gioco è porta all’autoconsapevolezza del Sé... Ma essere autoconsapevoli non vuol dire essere liberi. Come abbandonare il gioco egoico delle forme e della separazione? L’accettazione e l’attenta osservazione sono lo strumento per non alimentarlo. Quando l’accettazione è vera, accetta anche di non accettare. — Veramente profondo! Continua a leggere →

il mondo, la vita… che fare?

Da un lato bisogna capire che sono fate morgane e quindi non ricercare appagamento da loro; dall’altro sono il sogno del Sé, e Sé essi stessi. Perciò va stabilita una corresponsione d’amorosi sensi con loro – sono parti tue –, e tale corresponsione prepara il samadhi. D’altronde, come poter non amare la vita? Ti sei dimenticato, ma quella creazione, quel sogno, è stata l’espressione pura del tuo amore. Da dov’altro potrebbe scaturire una creazione se non da un sogno d’amore? Continua a leggere →

le tecniche con forzo e la contemplazione abbandonica

Le tecniche che richiedono molto sforzo di concentrazione, come quella dell’Intensivo di Illuminazione, sono utili all’inizio della sadhana. In quella fase l’aspirante non sa chi è e si ritrova con una mente piena di spinte con cui è identificato. L’Intensivo di Illuminazione gli permette di avere una conoscenza diretta di chi veramente è lui e vedere poco alla volta come realmente è l’universo fenomenico: i numerini verdi di Matrix, per dirla con una metafora. Ma bisogna essere consapevoli Continua a leggere →

affermazioni per trovare il trascendente e centrarsi in esso

Io non credo nella felicità in Terra. È un sogno che nasce dalla povertà della condizione umana; oppure è memoria della perfezione del Sé, ma male indirizzata. Io credo che la vita del mondo fenomenico sia sofferenza in sé. Anche nascendo in un olimpo degli dei e godendo di tutto ciò che si desidera per un eone, o giù di lì, esaurito quel buon karma si muore e si va attraverso cicli di incarnazioni di livello via via inferiore. Le scritture dicono che il dio vede la sua futura incarnazione Continua a leggere →

sono la pura coscienza

— Caro Sergio, da quando ho avuto chiarezza e ho iniziato a lavorare sull’identità di essere La Coscienza è stato per me illuminante. Il tuo ultimo consiglio di fare dei check, mi fa sperimentare con chiarezza quando sono scivolata in una identificazione; ma il fatto stesso di farlo mi riporta subito alla Coscienza, che balza come in “primo piano”, sbiadendo tutto il resto. È incredibile come sia semplice! — Merito a te di aver colto il suggerimento! Ricordare di essere la Pura Coscienza Continua a leggere →