la pratica del samadhi

— Ho letto e riletto il tuo scritto. Sciogliere le vasana è il punto per me che fluttuo proprio per la forza che hanno. Ieri è sorta tristezza per non poter partecipare alla cena di prova del ristorante per il ricevimento del matrimonio di mia figlia. — C’è un solo modo per sciogliere le vasana (spinte mentali): la pratica del samadhi. Gli stati emotivi altalenanti si basano sull’illusione di essere la persona e di possedere le cose che la persona crede di avere. Ma la vita è assai Continua a leggere →

va tutto bene quello che c’è

Va tutto bene quello che c’è. Interiormente smetti di discriminare, esteriormente non deviare dal dharma (condotta etica). Vuoi essere il Sé, ma IL SÉ NON DISCRIMINA. Accetta il momento presente così com’è e ti ritroverai nella Grazia di Dio. “Allora perché si dice ‘non deviare dal dharma’?”, chiede la mente. L’adharma (condotta non etica) nasce solo dalle impurità mentali. Se tu fossi radicato nel Sé non vi sarebbe bisogno di precisare ‘non deviare dal dharma’. Ma Continua a leggere →

devi cercare la fusione nella pura coscienza

— Tu continui a contemplare la Coscienza, ma hai ancora un bell’immaginario per la testa che non accenna a ridursi. Devi cercare la fusione nella Pura Coscienza con un leggero intento di divenire Uno con Essa. Non riesci? Chiediti: “Cosa esiste (come illusione) che impedisce la fusione nella Pura Coscienza?”. Tutto quello che esiste sono vasana, fantasyland. Allora prova a riassorbirle e ritenta la fusione. Che significa ‘prova a riassorbirle’? Ad esempio noti che esiste il tempo, Continua a leggere →

solo quando il mondo fenomenico è per te pura illusione, solo allora resti spontaneamente nel Sé

Nella misura in cui esisti come identità abitante del mondo degli oggetti esteriori e del mondo degli oggetti interiori (pensieri, ricordi ed emozioni legate ai ricordi), in quella stessa misura non esisti come Sé. Patanjali insegna: “Yoga chitta vritti nirodha”, che esemplificato da me significa: “Lo stato naturale è la cessazione dei movimenti mentali”. Questi movimenti mentali sono anche chiamati vasana. Le vasana impediscono di trovare il Sé (primo passo) e dimorarvi (secondo Continua a leggere →

divenire coscienti delle proprie ferite per osservare gli inneschi causati

— Buongiorno Sergio, dato che conosci sia il campo psicologico sia l'oltre, ovvero periferia e centro, non credi che bisogna affrontare le istanze della periferia per giungere alla liberazione? Almeno divenire coscienti delle proprie ferite per osservare gli inneschi causati? Grazie. — Per poter vedere la propria vera identità come Pura Coscienza, e ancor di più per stabilirsi in essa, la mente deve essere abbastanza purificata. Tale purificazione viene indicata come ‘eliminazione delle Continua a leggere →

1) conoscere se stessi, 2) riconoscere le vasana, 3) comprendere il loro peso nell’impedire la liberazione

— Da una aspirante di medio livello: — Oggi sono andata dal chirurgo maxillo-facciale per il dente... Sono messa male. L’infezione silente ha scavato un tunnel nell’osso e potrei dover togliere anche il dente sano. Devo fare una TAC per controllare il tutto. Ho una fifa blu... Avevo già deciso di non operarmi… — Quand’uno scopre chi veramente è, le vasana restano ugualmente attive. Lui sa chi è, ma continua in automatico ad andare attraverso il meccanismo stimolo-risposta imposto Continua a leggere →

il nirvikalpa del kriya è diverso da quello dell’autoindagine?

— Comunque questo Kriya Yoga ha un limite. L’insegnante diceva che, dopo che era stata una settimana all’ashram, nei giorni successivi non voleva più andare a lavorare. Allora Hariananda la chiamava al mattino e le diceva “stai andando al lavoro?”. — Io, ahimè, l’ho avuto sempre questo problema; non volevo andare a lavorare anche quando non mi occupavo di spiritualità — Il nirvikalpa del Kriya Yoga è diverso da quello dell’Autoindagine? — Hai studiato quello che Continua a leggere →

un metodo per eliminare le vasana

Domanda: Come si può imparare a non reagire quando sorgono vasana nella mente? C’è qualcosa di particolare che dovremmo fare? Swami Annamalai: Dovete imparare a riconoscerle quando sorgono. Questo è l’unico modo. Se riuscite a riconoscerle abbastanza presto e abbastanza di frequente non vi causeranno troppi problemi. Se volete prestare attenzione a un’area particolarmente insidiosa, osserva come funzionano i cinque sensi. È nella natura della mente cercare stimoli attraverso i Continua a leggere →

la stabilizzazione dell’illuminazione – 2

Su ‘Dialoghi con Sri Ramana Maharshi’, subito dopo il discorso 57, alla data ‘24 giugno 1935’, trovate ‘Sri Ramana Gita’. In quelle due pagine e mezza Sri Ramana chiarisce un dubbio circa la differenza tra un jnani e un siddha. Nella parte finale, che vi riporto in basso, chiarisce il metodo per stabilizzare l’illuminazione: “Il Sé è nitya aparoksha, cioè eternamente realizzato, in maniera cosciente o incosciente. […] Alcuni concludono dicendo che aparoksha [l’esperienza Continua a leggere →

la pratica del “questo è me”

— La pratica del “Questo è me” inizialmente mi ha portato vicino alla verità, ora sta facendo emergere tutto quello che vedo come diverso da me. A volte la mente, ripetendo “questo è me”, crea uno stato d’ansia che poi si rivela come un conflitto interno verso ciò che non riesco a vedere con equanimità. — Questo succede quando la Presenza Mentale si indebolisce. Allora fa’ un passo indietro e assumi la posizione del puro Testimone senza far niente. Inoltre, quando ne senti Continua a leggere →