Dai Satsangha di Francis Lucille
Partecipante: — Ho fatto esperienza dell’amore che entra nelle mie avversioni, ma ci vuole pazienza e coraggio.
Lucille: — Non è un amore artificiale. Sul percorso progressivo si può praticare permeando di amore le nostre avversioni, ma si tratta di un amore costruito, la sovrapposizione d’un sentimento su un altro. Non sto dicendo che sia inutile, ma non è ciò di cui si parla qui.
Amore significa essere aperti, è includere tutto ciò che sorge all’interno della coscienza, senza preferenze, interferenze e intenzioni; vuol dire non prefabbricare nulla, ma vedere semplicemente i fatti come sono. Osserva la tua avversione per qualcosa, avversione che è essa stessa un altro oggetto, e osserva la tua avversione alla tua avversione, che è ancora un altro oggetto. Abbiamo impilato questi oggetti uno sull’altro e ora dobbiamo cominciare a smontare la pila dall’alto. La parte superiore della pila è sempre nell’adesso, è quel che si sta presentando in questo momento. Ma non dobbiamo fare niente per la pila, si smantella da sé nella nostra benevola, accogliente presenza consapevole.
L’amore include tutto. Alcuni amano solo i loro figli. Alcune madri quando hanno il primo figlio l’amano così tanto da trascurare il partner. In questo caso l’amore investe soltanto un’area, non è rivolto all’intero tutto. Il Sé è intelligenza, bellezza e amore. Dal momento che tutto è il Sé, dovremmo rivolgere intelligenza, bellezza e amore ad ogni cosa e vedere ogni cosa come intelligenza, bellezza e amore.