La trascendenza del Testimone è molto allettante se si vivono conflitti nel mondo, e un sadhaka determinato che abbia superato la fase iniziale dell’autoindagine, può decidere di intraprendere la via del Testimone. Egli però arriverà fino a un certo punto della trascendenza del Testimone. Più in là sarà bloccato da un’algidità insostenibile. Perché?
Perché quel sadhaka è scappato nel testimone per sfuggire ai conflitti con la vita, ma anche se il testimone ha portato inizialmente sollievo, quei conflitti sono rimasti irrisolti a un livello subconscio, impedendo al sadhaka di raggiungere l’equanimità. Egli allora dovrà tornare indietro e penetrare l’aspetto dell’immanenza che non era riuscito a confrontare.
Qual è la manifestazione più diretta della trascendenza? L’esperienza del nulla, della vacuità; non in senso nichilista, ma nel senso della consapevolezza di essere oltre ogni fenomeno. Qual è la manifestazione più diretta dell’immanenza? l’Amore! Nel senso della consapevolezza di: ‘Io sono Te e Tu sei Me’. Per completare la consapevolezza dell’immanenza, l’aspirante dovrà risolvere i conflitti con la vita duale trasformandoli in Amore, che è in essenza non-dualità. Allora la trascendenza potrà avere successo e l’aspirante potrà raggiungere la pace dell’equanimità.
Il fatto è che consapevolezza dì trascendenza e consapevolezza dì immanenza si completano reciprocamente. Ciascuna delle due non raggiunge la meta senza l’altra.