Dai Satsangha di Francis Lucille
Partecipante: — Alcune volte, incontrando qualcuno, ho avuto l’esperienza che in quel momento non c’era né l’altro né me; ma la nostra esperienza normale è di avere relazioni con persone per tutto il giorno. Puoi dire qualcosa su questo?
Lucille: — Dobbiamo indagare la vera natura del nostro essere e comprendere prima di tutto che in essa non c’è nessun individuo, nessuna persona; questa è la precondizione. A un certo punto realizziamo che ciò che realmente siamo è una presenza-accoglienza non localizzata, e proprio quando abbiamo questa comprensione ne scorgiamo la visione, perché possiamo comprendere ciò che siamo solo quando lo siamo. Per comprenderlo dobbiamo esserlo consapevolmente, e in quel momento facciamo conoscenza del modo di essere impersonale, del modo di essere semplice presenza senza essere persona, cioè essere apertura, spazio accogliente.
Questo spazio accogliente non è solo una mente accogliente – aperta alle altre persone e alle loro idee, concetti e interessi – ma è anche un corpo accogliente, cioè un corpo non solido, non limitato, ma aperto alla totalità, completamente vulnerabile. Quando in questo spazio accogliente appare un’altra persona, essa percepisce questo spazio accogliente come amichevole, silenzioso, profondamente intimo, si sente con voi come in famiglia; e a ragione, perché ciò che avverte in quel momento è la sua stessa intimità, che è lo spazio del silenzio che condividiamo. In altri termini, il nostro essere silenziosi e accoglienti risuona attraverso lo schermo di pensieri e sentimenti e va direttamente in questo luogo, la sorgente, che noi abbiamo – e siamo – in comune.
In India vengono catalogati diversi tipi di trasmissione diretta: attraverso il silenzio, lo sguardo, la parola, il tocco. L’esperienza di essere ‘uno’ si comunica e si esprime in diversi modi, si presenta con aromi diversi, ma proviene dalla stessa sorgente e ci conduce alla stessa sorgente.
Tutto ciò che viene dall’amore è spontaneo. Spontaneità vuol dire: assenza di una persona, di un’entità separata. Se guardando una persona ci viene il pensiero che dietro i suoi occhi c’è la nostra stessa essenza, e se agiamo di conseguenza, il nostro comportamento con quella persona sarà spontaneo. Potrà sembrare un agire ma non lo è, in quanto sorge dal comprensione, e tutto ciò che nasce dalla comprensione è spontaneo.
Se una persona che ha molti strati di protezione, e quindi molti conflitti, si avvicina ed entra nel nostro campo di espansione, sentiremo in noi le sue tensioni. Non sono tensioni che portiamo con noi, sono le circostanze che ce le presentano. Se le accogliamo completamente, tali tensioni fluiranno attraverso di noi, e allo stesso tempo staremo mostrando sottilmente all’altra persona la via d’uscita dai suoi problemi. Quella persona non si accorgerà di questo, forse non capirà mai cos’è successo, ma questa accoglienza è assai efficace.