Tu Sei lo Sfondo della Pura Coscienza, privo d’ogni senso di azione e di spinta, da cui tutto (forme e fenomeni) nasce e in cui tutto si riassorbe, senza che Tu, quale Sfondo, ne risulti coinvolto o alterato; sei eterno, immutabile, non influenzato dai mahapralaya, la distruzione degli universi. La beatitudine che deriva da Quello è Pace al di là d’ogni immaginazione, oltre ad amore, libertà ecc.
Individua lo Sfondo della Pura Coscienza e rimani in Quello sapendo che è la tua Vera Identità. Questa è la Realizzazione.
Perché la realizzazione sia irreversibile e non un’esperienza temporanea, devono sussistere il totale non-attaccamento al mondo e alle spinte della mente (vasana) e il totale abbandono a Dio, la Pura Coscienza. Tale maturità si realizza proprio rimanendo nella tua vera identità, lo Sfondo della Pura Coscienza, e facendovi ritorno non appena ti accorgi di essere entrato in un’identità limitata dell’ego.
Il tuo caso e quello della tua compagna B. è di due aspiranti che sono entrati nello stadio del samadhi spontaneo ma non ancora ininterrotto. Perché non ne avete potuto beneficiarne appieno? Perché tale fausto stadio non ha favorito un più rapido progresso spirituale? Perché non eravate consapevoli della vostra Vera Identità, non eravate sufficientemente consapevoli degli stato unitivi, rimanendo consapevoli soltanto delle reazioni della mente sattvica al samadhi, cioè: beatitudine e silenzio. Ciò ha conseguito in un ulteriore discesa: la vostra attenzione è stata portata più a notare gli stati emozionali, che sono mutevoli, che a essere consapevoli della vostra Vera Identità immutabile. Tutto questo attenuato dal fatto che continuate comunque ad entrare in stati unitivi, tant’è che all’inizio mi sono chiesto: “Sarà meglio che non faccio niente e aspetto che ci arrivino da soli?”; poi ho visto che era utile un chiarimento.
Cosa si doveva fare? Farvi vedere la vostra Vera Identità e farvi notare più chiaramente quando siete nello stato unitivo. Ieri B. mi ha chiesto se doveva continuare la meditazione di 45 minuti. Mi aveva appena raccontato che stando accanto alla figlia aveva provato stanchezza; poi immediatamente la situazione si era capovolta e lei ha sentito gratitudine verso la bambina e la situazione in generale, per quello che le stavano dando. Le ho chiesto: “Torna al momento in cui la situazione si è capovolta”. L’ha fatto e si è resa conto che in quel momento era Uno con tutto, cioè era in samadhi. “Che bisogno c’è di preoccuparsi della meditazione di 45 minuti quando tu entri in samadhi spontaneamente. Dhyana (meditazione) viene prima del samadhi; la meditazione è ancora uno stato duale, mentre il samadhi è lo stato naturale non-duale.
Non dovete relegare il samadhi ai soli momenti di assorbimento, come a volte immaginano gli aspiranti yogi. Il samadhi è lo stato unitivo, può essere una trance o semplicemente sentirsi Uno con tutto stando con la propria figlia o guidando l’auto. Dovete anche sapere che Puro Essere e Pura Consapevolezza (o Coscienza), Sat e Chit, al livello originario sono sinonimi.
Dimora nella tua Vera Identità di Pura Coscienza, anziché dimorare nelle varie identità illusorie e limitate dell’ego, e tutto si adempirà con naturalezza.
Vi Voglio Bene ❤