Tutto il creato è fatto di pensiero, e quando credi che quel pensiero esiste veramente come realtà oggettiva, così appare, anche se intrinsecamente resta un’illusione, vacuità, maya. Tu vedi una corda e credi che sia un serpente, per te esiste il serpente non la corda.
Il Testimone ha un effetto discreativo sulla ragnatela di pensieri che creano la realtà della persona, perciò dopo un certo tempo di pratica la mente dovrebbe acquietarsi. Anche il testimone e la sua funzione sono pensieri, e quando l’attenzione punta direttamente su di loro li discrea. Allora, se la mente è stata abbastanza discreata, è possibile accedere al nirvikalpa, il samadhi senza concetti.
Da quanto abbiamo detto è evidente che il pensiero è la prima azione, e questa azione crea una reazione. La parola sanscrita ‘karma’ indica sia l’azione che la conseguenza dell’azione. Quando il jiva, la coscienza individuata, realizza di essere la Pura Coscienza e ottiene la Liberazione, non può produrre più karma; tuttavia la sua forma continuerà a vivere le conseguenze delle azioni passate finché non si esauriscono.