tutto salta fuori quando non ci sono più

Shivananda — Questi ultimi giorni sono diversi, c’è maggiore continuità nel Sé. Sono in un distacco profondo, mi sento Uno con tutto. C’è più tranquillità e le cose arrivano con serenità. In altri momenti cado nella dualità, poco dopo me ne accorgo. Sono molto grata di poter continuare a nutrirmi delle letture dei testi sacri e dei post di Sergio.

Quando sono assorbita c’è tutto quello che c’è, ma non la persona.

C’è gioia. È come una passione, una piacevole beatitudine che mi attrae. Contemporaneamente però avverto una sorta di tristezza.

Jnanananda — A cosa è dovuta questa tristezza?

S. — All’aspettativa di trovare qualcosa. Sento anche malinconia di fronte a questo niente.

Domenica mattina durante la colazione ho avuto un profondo assorbimento, successivamente c’è stata una comprensione: “Tutto salta fuori quando non ci sono più”.

Ricordo che un attimo prima dell’assorbimento è avvenuta una scelta!

J. — Questo punto è importante. È stato l’io-agente a scegliere o assomigliava ad una resa, un concedersi, un’abbandonarsi al Sé?

S. — Non è stata una scelta dell’ego. È qualcosa di qualitativamente diverso. È una forza di volontà che mi attrae: la Forza di questa scelta è l’Abbandono. È come un respiro che mi risucchia, una vibrazione piacevole che mi tira dentro.

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Commento di Jnanananda

Shivananda dice: “Tutto salta fuori quando non ci sono più”. Sta abbandonando l’io personale e ciò che salta fuori è lo Splendore del Sé. Fede e devozione sono qui indispensabili affinché avvenga quel cambio di prospettiva che distolga, con sempre maggiore continuità, lo sguardo dall’ego e lo abbandoni alla Beatitudine del Sé.