— Come sta andando?
— L’abitudine di stare nella mente non è completamente sradicata. Tuttavia riesco a dimorare nel Sé abbastanza bene. Se emergono conflitti invio amore e cessano. Sto lavorando sulle distrazioni durante la sadhana e se emerge qualche desiderio o un mio pensiero, cerco di inviare amore alla mia persona o di tornare a dimorare.
— Quando guardi dentro di te, cosa trovi? Distrazioni a parte…
— Il Sé c’è sempre. Poi c’è il desiderio di approfondirlo, avere esperienze dirette, raggiungere stati elevati…
— La mente non cessa mai del tutto. Ma a un certo punto ti stabilisci al di là della mente. Allora, che vi siano o no pensieri, è indifferente, non li consideri nemmeno. E quando un ospite non è desiderato se ne va presto.
— Fantastico. Più che altro compaiono desideri di benessere, quando il Sé è il benessere stesso.
— Il benessere supremo è quando capisci che sei al di là della mente. Gli altri stati di benessere sono transitori, anche se si tratta di samadhi.
— L’altra notte è successa una cosa strana. Mi sono svegliato ed ho sentito come una persona che scappava di corsa dalla mia stanza. Non poteva esserci nessun estraneo in casa, perché c’era il cane che avrebbe abbaiato.
— Cosa ti fa venire in mente una persona che scappa da casa di notte?
— Un ladro.
— E cosa ti fa venire in mente un ladro.
— L’ego!!! ahahah… Però ho pensato di essere un po’ pazzo
— E come senti dentro di te adesso che questo ladro è scappato, quale differenza?
— Mi sento molto più tranquillo.
— Quale altra differenza più profonda?
— Al momento non saprei.
— Chi sei tu? Guarda dentro. Devi notare il cambiamento.
— Qualcosa come l’aria ma non vuota.
— Questa aria non vuota diresti che è al di là della mente? O sta ancora all’interno della creazione?
— Sicuramente è al di là della mente.
— Ok, abbandonati a Quello. Fammi sapere.