Amata,
perché Ananta si realizza in un carcere giapponese dove veniva controllato ogni istante del suo comportamento e del corpo?
Perché quella soppressione non le lascia la possibilità di desiderare altro. Ella è costretta infine a mollare le istanze di attrazione/repulsione.
Allora deve accettare ‘come è’.
Così facendo le increspature della superficie – le onde – si chetano e lasciano apparire ‘ciò che è’, il fondo senza tempo immobile indifferenziato.
Questo fondo è Coscienza.
Non solo tu sei Coscienza, ma tutte le apparenze che percepisci sono pure Coscienza. Continuamente sei Coscienza che contempla Coscienza:
Silenzio, Nulla (che è la Coscienza Pura), ma anche Ananda!
Il primo passo indispensabile per vedere il noumeno (la Pura Coscienza) nel fenomeno è accettare il fenomeno. Viceversa vi sarà un ego che si contrappone o giustappone al fenomeno, niente di più.
Come sadhana ti suggerisco quest’unica pratica: sforzati di vedere la Pura Coscienza (ciò che è) in tutte le forme e gli accadimenti che ti si presentano (come è).
Tu puoi provare intensi desideri, o compulsioni, o paure, puoi essere virtuosa o peccatrice, puoi far male o far bene… NON IMPORTA!!! L’importante è che tu SEI la Pura Coscienza che osserva tali fenomeni.
Oltre a questo, cerca di vedere la Pura Coscienza come sostanza dei fenomeni stessi.
Devi stabilizzare la tua identità nella Pura Coscienza. A mano che questo avviene, il coinvolgimento coi fenomeni che riguardano la tua persona andrà scemando.
Tienimi informato della tua pratica.
Ti voglio molto bene!
Sergio