Domanda: — Va bene cercare di ridurre i pensieri negativi?
Francis Lucille: — Andrebbe bene se fossimo noi a scegliere i nostri pensieri. Se non li scegliamo, che validità può avere? La cosa più importante è liberarci dell’idea che scegliamo i nostri pensieri. Siamo maniaci del controllo! Quando ci rendiamo conto di non poter controllare i nostri pensieri, perdiamo completamente il controllo. Quando ero bambino c’erano dei volanti finti per automobili, noi potevamo sederci al lato del conducente e far finta di avere il controllo del veicolo. Quando ci accorgiamo di non essere alla guida dei nostri pensieri, cambiamo sedile! È un cambiamento importante. È una liberazione rendersi conto di poter abbandonare tanto inutile controllo e tutti i pensieri che lo accompagnano.
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Sergio:
Quando ci si rende conto che non si è la mente, si perde la necessità di migliorarla. Il mind clearing è una cosa abbastanza bizzarra – come d’altronde la sadhana stessa è un paradosso… Dato che non siamo la mente, non abbiamo bisogno di ripulirla per essere ciò che siamo. Ma il dolore cementa l’identificazione e il desiderio derivante dal voler smettere di soffrire. Allora bisogna migliorare la persona per potersene sbarazzare… Sto parlando ovviamente di aspiranti spiritualmente maturi, perché gli altri sono ancora pieni della brama di abbeverarsi ai piaceri del mondo. Comunque, quando ci si rende conto che non si è la mente, si perde la necessità di migliorarla. E allora che si fa? Si rimane nel Sé, nella suprema radiosa autoconsapevolezza che è l’unica cosa che esiste. E questo stato non è uno sforzo, non è un’azione: è lo stato naturale.